Il colonialismo petrolifero

Bombardare per la libertà. Nel corso della storia recente si è riusciti a far mutare il significato della guerra e dell’atteggiamento bellico, in un movimento più o meno pacifico, quello che permetta di esportare la libertà e la democrazia nel mondo. Così si cominciò in Corea, poi Vietnam e a seguire due volte l’Iraq, l’Afganistan e i Balcani. Bombardare per sradicare dittatori totalitaristi, per liberare le popolazioni oppresse e per garantire democrazia. Nel mondo, solo in Africa, ci sono numerosissime guerre civili, dittatori sanguinari e popolazioni schiavizzate, eppure a nessuno sembra importare. Ma se il paese dovesse disporre di giacimenti di petrolio, diamanti o altri combustibili allora la storia cambia. Continua a leggere

L’amico Rais

… e tu?

Frattini, ministro degli Esteri, non ha dubbi: “Gheddafi se ne deve andare!” Il vecchio Rais è alle corde, la Libia insorge e tutto il mondo aspetta la sua caduta. Nel frattempo, dietro le quinte, in molti sono pronti ad accaparrarselo. L’amico Berlusconi lo vorrebbe come presidente della Camera, la Juventus come direttore generale. Unicredit e l’Eni se lo contendono per affidargli il ruolo di amministratore delegato, mentre Finmeccanica spera di averlo come consigliere di fiducia. Quale sarà il futuro del dittatore?